Fattori che determinano lo sviluppo
Parte 3 (continua da……)
Un’autostima sana è considerata importante nei bambini, perché è in eta’ infantile che si gettano le basi delle percezioni che si avranno di sé nel corso della vita.
Come abbiamo detto nell’articolo precedente si puo’ definire l’autostima come il valore che ogni individuo attribuisce a sé stesso, anche attraverso interazioni e relazioni con persone a lui significative.
Nei bambini l’autostima si costruisce fin dai primi anni di vita ed è in costante evoluzione o involuzione. Nei piccoli l’autostima non è pre-esistente, poiché si costruisce attraverso esperienze e relazioni con persone per loro significative e influenti. L’ambiente familiare e poi quello scolastico donano al bambino un’idea di sé stesso, che è direttamente proporzionale a ciò che ricevono. Se mamma e papà dimostrano affetto e amore al bambino, a prescindere da comportamenti e aspettative genitoriali, allora alimentano la sua autostima. Non significa permettere qualsiasi cosa, bensì vietare comportamenti sbagliati senza dare giudizio al bambino stesso. Questa distinzione permette al bambino di comprendere che, anche se i suoi comportamenti possono essere sbagliati, non significa che sia sbagliato anche lui. Inoltre permette al bambino di accrescere la sua autostima senza venire schiacciato da giudizi personali, aspetto essenziale quando dovrà confrontarsi con realtà diverse da quella familiare, dove la fiducia in sé stesso viene messa a dura prova.
Possedere un’autostima negativa significa provare sentimenti di inferiorità, insicurezza, incapacità, paura e senso di colpa. Ciò fa si che i bambini si comportino in una determinata maniera che impedisce loro di godere di uno sviluppo ottimale. Ad esempio, l’ingresso nel mondo scolastico è un momento cruciale, poiché per la prima volta il bambino sarà solo di fronte alle maestre, figure diverse da mamma e papà. Con queste figure stabilirà delle relazioni, a volte intense, che comunque implicano regole diverse da quelle familiari, quindi anche una diversa capacità di gestire i rapporti.
Inoltre con i propri coetanei avrà rapporti di amicizia, collaborazione, competizione, scontro.
Nel contesto scolastico una delle prove più ardue per l’autostima dei bambini è il voto, poiché tendono a identificarsi in esso. Infatti il loro grado di autostima è influenzato dalla capacità di raggiungere un risultato, che a livello scolastico viene espresso dal voto. Qui è importante che gli insegnanti scindano il voto scolastico dal valore personale, altrimenti un bambino che prende 4 potrebbe sentire di valere 4, credendo di essere quel voto. Se insegniamo ai bambini che i voti sono valori sia scolastici che personali, allora gli stiamo comunicando che il loro valore personale è una conseguenza di giudizi esterni. Così il bambino comprende che un voto scadente non indica che anch’egli è scadente. Dobbiamo invece indirizzare il bambino alla comprensione del fatto che può impegnarsi di più per raggiungere il risultato, insegnandoli quindi che il suo potere personale non dipende da giudizi esterni, bensì dalle sue risorse interiori.
Ma come si manifesta la bassa autostima nei bambini?
Il bambino può manifestare bassa autostima avendo poca voglia di mettersi in gioco, quindi ha paura di provare, si chiude, tende ad avere la voce bassa, ha eccessiva e/o costante paura di sbagliare. La bassa autostima può anche manifestarsi in modo psicosomatico, sfociando in diversi disturbi. C’è l’atteggiamento passivo, il bambino ha sia difficoltà a prendere decisioni che a dire la sua opinione, quindi tende a subire dagli altri. Pensa che gli altri siano migliori di lui, ne richiede l’approvazione anche per paura del giudizio e cosa peggiore, non riesce a dire di no alle richieste. C’è anche l’atteggiamento aggressivo. Il bambino tende a non rispettare gli altri, essendo convinto di non sbagliare attribuisce agli altri i propri errori, si iper-valuta e quindi non accetta opinioni e punti di vista altrui. Questo lo porta a non cambiare opinione anche di fronte all’evidenza, colpevolizza gli altri facendoli anche sentire inferiori dando giudizi sprezzanti. Questo, ad esempio, è uno dei tipici comportamenti associati al bullismo.
La bassa autostima spesso si autoalimenta portando a ciò che si definisce “impotenza appresa”, ovvero il bambino svaluta sia sé stesso che le proprie risorse personali. Di conseguenza crea aspettative negative sia rispetto al presente che al futuro, generando ansia da prestazione, paura e scarsa motivazione. È come se il piccolo ripetesse a sé stesso: non ce la faccio, non sono capace, non ce la farò mai, fallirò. Qui il fallimento è quasi matematico, alimentando la convinzione di non essere capace e rendendo la bassa autostima, cronica.
Invece il bambino sviluppa la sua autostima in base alle esperienze positive che sperimenta di giorno in giorno. I bambini hanno bisogno di ricevere amore e incoraggiamento da mamma e papà, poiché è il metro di misura con il quale valutano sé stessi. Non c’è nulla che dia più forza al bambino dell’apprezzamento di mamma e papà, lo nutre sia nel cuore che nella mente, gli dà forza, coraggio. Quante volte i bambini chiedono l’attenzione dei genitori per fargli vedere come fanno la ruota o come calciano il pallone? Per noi adulti possono sembrare aspetti banali, per i bambini no, sono aspetti essenziali per comprendere l’apprezzamento dei genitori, poiché ripetiamo, dalla risposta che ricevono poi valutano sé stessi.
Ecco perché è fondamentale aiutare i bambini a riconoscere sia le loro abilità che i loro limiti, concentrandosi sui loro successi che ripetiamo, per quanto a noi adulti sembrino banali, per i bambini sono obiettivi importantissimi.



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